Palazzo Schifanoia  (Museo Civico) – pagina in costruzione
Sito ufficiale: www.artecultura.fe.it

Visita guidata al Palazzo Schifanoia: Un riallestimento con sale inedite, riapertura completa 21 sale
Orario 10 – 19 
Chiuso: lunedì. Festività nazionali: consultare il sito ufficiale
Durata circa 1.5 ore
Costo visita guidata 2024: 120€ (1-6 partecipanti) – 130€ (5-24 partecipanti)
Radioguida per gruppi di 7 o più persone. 2€/radioguida
Ingresso 12€ / 9€ / MyFeCard / gratuito
Prenotazione obbligatoria cell. 339 8743857 info@elisabettagulino.it


Palazzo Schifanoia – Il Palazzo e il Museo

Palazzo Schifanoia costruito come il Castello nel 1385, ha visto protagonisti numerosi signori della casata Estense, ma rappresenta soprattutto l’aspetto celebrativo del potere di Borso d’Este (1413-1471), creato primo duca di Ferrara nel 1471. Il Salone dei Mesi e l’annessa Sala degli Stucchi o Sala delle Virtù ne sono la principale espressione.

Palazzo Schifanoia rappresenta oggi uno dei massimi esempi di cultura autocelebrativa del Rinascimento e di cui ne sono eloquente manifesto il Salone dei Mesi e l’annesso Salone delle Virtù (Salone degli Stucchi), entrambi commissionati da Borso d’Este e realizzati fra il 1466 e il 1469.

Il Palazzo – storia, eventi e architettura
Il Palazzo fu costruito come “casa” – verosimilmente nel 1385 – per volere di Alberto V d’Este (1388-1393). È coevo al Castello Estense (1385), alle “delizie” Paradiso (1391, oggi Biblioteca Civica Ariostea), Belfiore (1391, non più esistente), ai giardini del Barco e del Barchetto (1392, poi 1471-72) e alla fondazione dell’Università di Ferrara (4 marzo 1391).

La cosiddetta “ala trecentesca” è quanto resta del primo edificio, la cui lunghezza è stata stimata di 32 m. Già nel 1391 il palazzo fu allungato, sino a raggiungere una lunghezza di 96 m. L’edificio al suo interno fu diviso in stanze e guardacamere; privo però di cucine poiché utilizzato solamente in occasione di feste. Successivamente il corpo fu sopraelevato di un piano. Nel 1458 si registrarono importanti interventi di manutenzione. Nel 1465 Benvenuto degli Ordini (notizie dal 1458-1484) iniziò i lavori per la realizzazione del Salone dei Mesi e della Sala delle Virtù. Un anno dopo l’architetto fu affiancato da Biagio Rossetti (1447-1516). Nel 1467 Domenico di Paris e Bongiovanni da Geminiano lavorarono alla Sala degli Stucchi. Al 1470 risale il portale marmoreo di Ambrogio di Giacomo da Milano e Antonio di Gregorio. L’ultimo significativo intervento si ebbe nel 1483-1498 con Biagio Rossetti, quando, in seguito ad un parziale crollo della merlatura, egli aggiunse un corpo all’estremità orientale del fabbricato, allungandolo di 7 m; demolì tutta la merlatura, che sostituì con un cornicione in cotto. La facciata fu decorata a finto marmo e si estese fino al corpo aggiunto. Nel 1471 si ebbe la posa in opera del portale maggiore. Nel 1472  Baldassarre d’Este rifece 26 teste nella Sala dei Mesi. Il 21 luglio del 1476 Eleonora d’Aragona diede alla luce il figlio Alfonso. Nel 1493 si registrarono alcuni importanti crolli e guasti nel palazzo.
Il palazzo fu utilizzato da Ercole I d’Este, da Alfonso I d’Este, Francesco d’Este marchese di Massalombarda, da Marfisa d’Este, dai Cybo di Massa Carrara.
1582 inizia un lungo periodo di decadenza che si espresse in affittanze: 1582 Giulio Thiene di Scandiano, 1645 Andrea Radetto, 1649 Alfonso Montecuccoli, 1651 Carlo Vincenzi, 1667 Annibale Romei.
1674 – Rinunciando i Romei al Palazzo, l’edificio diviene abitazione di un ceto via via sempre più modesto fino ad essere utilizzato per altri fini.
1703 – Il palazzo è ceduto in livello perpetuo alla famiglia Tassoni. Furono demolite la loggia, la scala esterna e altre parti dell’edificio.
1736 – Il palazzo viene subaffittato e adibito a Manifattura Tabacchi.
1789 – Viene ceduto in sublivello al Comune di Ferrara.
1801 – Viene confiscato e ceduto a Giacomo Mayol provveditore dell’armata francese in Italia.
1821 – Cominciano a riapparire gli affreschi nel Salone dei Mesi.
1836 – Luigi Caroli inizia lo scoprimento degli affreschi e nel 1840 Alessandro Compagnoni ne completa lo scoprimento.
1855 – Diviene sede dell’Istituto provinciale per sordomuti.
1859 – Il Comune esegue ingenti lavori di consolidamento e costruisce l’attuale scala di accesso al Salone dei Mesi.
1860 – Il Comune di Ferrara acquista dai Tassoni il palazzo.
1878-1892 – Accoglie le sezioni del Liceo musicale.
1885 – Si colloca nella facciata il portale minore proveniente dal convento di San Domenico.
1892-1976 – Gran parte di esso è assegnato all’Università.
1898 – Diviene Civico Museo Schifanoia.
Dal 1950 in poi Palazzo Schifanoia è oggetto di ripetuti importanti e complessi interventi di consolidamento, recupero e restauro. I danni e le perdite causate da secoli di abbandono e utilizzo impropri risultano comunque ingenti ed irreparabili.
2012, 20 maggio – Un terremoto di magnitudo 5.9 comporta l’immediata chiusura di Palazzo Schifanoia per interventi di verifica di eventuali danni subiti. Si provvede ad immediati interventi di miglioramento sismico e di adeguamento della sicurezza.
2013, 27 marzo – Dopo i primi interventi di verifica e consolidamento riaprono al pubblico il Salone dei Mesi e la Sala delle Virtù.

Borso d’Este (24 agosto 1413-1471)
Figlio naturale di Nicolò III d’Este – il pater patriae – e di Stella dei Tolemei. Uomo d’armi, marchese di Ferrara dal 1450 succedendo al fratello Leonello, pater humanitas. Nel 1452 fu investito del titolo di duca di Modena e Reggio dall’imperatore Federico III; la domenica di Pasqua del 1471 duca di Ferrara per investitura de papa Paolo II. La sua politica mirava “all’espansione territoriale e al conseguimento di fama e di onori” (Chiappini, 2001, p.140).

Il Salone dei Mesi
Il Salone dei Mesi nasce come salone delle feste, di rappresentanza politica e vuole essere l’espressione pittorica del buon governo di Borso d’Este, già duca di Modena e Reggio dal 1452 – per l’imperatore Federico III – e aspirante duca di Ferrara. L’impianto coevo alla Stanza degli Sposi realizzata da Andrea Mantegna a Mantova, manifesta tutta la sua grandezza occupando l’intera larghezza dell’edificio, con 4 finestre che si affacciano sul lato strada e 3 sul giardino e con uno scalone monumentale – non più esistente – di accesso diretto dal giardino.

Il Salone di forma rettangolare della lunghezza di 23 m per 11 m di larghezza e 7 m di altezza, presenta un pavimento di terracotta, un soffitto di legno, e 4 pareti interamente decorate con 12 comparti verticali, ciascuno dei quali rappresenta un mese.

L’opera pittorica vede l’intervento di più mani: Francesco del Cossa (1436-1478); Maestro di Vesta, Maestro degli occhi spalancati, Ercole de’ Roberti (1451c.1496).

Accedendo idealmente dallo Scalone monumentale posto a settentrione, il Salone si apre alla vista del visitatore a meridione con il mese di Gennaio – il camino (non più esistente) – e il mese di Febbraio, e a seguire in senso antiorario con i mesi di Marzo, Aprile e Maggio a oriente, Giugno, Luglio, Agosto e Settembre a settentrione e Ottobre, Novembre e Dicembre a occidente. La lettura è pertanto in senso antiorario.

Ciascun mese è suddiviso in tre fasce orizzontali:
Nella fascia superiore un carro con in trionfo una o più divinità greco-romane è trainato da animali reali o fantastici. La/e divinità nume/protettore sovrintendeono ad una serie di azioni che si svolgono nella fascia inferiore. A destra e a sinistra sono raffigurate scene del lavoro e della vita quotidiana coeve.

La fascia mediana presenta al centro il segno zodiacale relativo al mese accompagnato da tre decani, posti isolati a destra, a sinistra e sopra la costellazione rispettivamente. Ciascun decano esercita il proprio potere su dieci giorni del segno zodiacale e somma la propria influenza a quella del segno. La prima identificazione, comprensione ed interpretazione delle figure si deve allo storico dell’arte Aby Warburg (1866-1929) nel 1912, il quale fa riferimento alle descrizioni di Abumasar. Ciascun decano corrisponde ad una costellazione. Le figure sono rappresentate come personificazioni di asterismi

La fascia inferiore racconta episodi, eventi e personaggi occorsi o quotidiani della vita di Borso d’Este con intenti autocelebrativi. Il committente e protagonista Borso è ripetutamente rappresentato. Si identificano anche Teofilo Calcagnini, suo favorito per eccellenza, l’anziano primo ministro Ludovico Casella, Paolo Costabili (zio di Antonio Costabili), Lorenzo Strozzi (fratello di Ercole Strozzi), il futuro Ercole I d’Este. Altri possibili astanti sono Alberto d’Este, Nicolò di Leonello d’Este, Giovanni Bianchini (autore delle Tabulae stronomiae).

Descrizione delle scene: da sinistra a destra

Parete meridionale – gennaio, febbraio
Gennaio
Fascia superiore: Trionfo di Giunone protettrice della famiglia e dello stato.
Fascia mediana: Acquario
Fascia inferiore:

Febbraio
Fascia superiore: Trionfo di Nettuno, protettore delle corse e delle gare.
Fascia mediana: Pesci
Fascia inferiore:

Parete orientale – marzo, aprile, maggio
Marzo – Francesco del Cossa
Fascia superiore: Trionfo della divinità romana Minerva, dea della saggezza. Carro trainato da due unicorni. A sinistra i sapienti in cui si riconoscono i professori dell’Università di Ferrara. A destra le tre Parche.
Fascia mediana: Ariete. Decani-costellazione: Balena /Perseo(?) (Vir niger) – Cassiopea – Andromeda
Fascia inferiore:

Aprile – Francesco del Cossa
Fascia superiore: Trionfo di Venere, dea dell’amore.
Fasciana mediana: Toro. Decani-costellazione: Auriga – Aldebaran e Iadi – Perseo
Fascia inferiore: Sotto la loggia Borso dona una moneta a Scoccolo buffone di corte; in alto a sinistra le corse al Palio di San Giorgio.

Maggio – Allievi di Francesco del Cossa
Fascia superiore: Trionfo di Apollo, protettore della poesia e delle arti.
Fascia mediana: Gemelli. Decani-costellazione: Cane minore e Cane maggiore – Gemelli – Orione
Fascia inferiore:

Parete settentrionale – giugno, luglio, agosto, settembre
Giugno – Maestro degli occhi spalancati
Fascia superiore: Trionfo di Mercurio, protettore del commercio, seduto su un carro guidato da Aurora e trainato da quattro cavalli di differente colore. L’arco e il disco del sole, un cigno bianco e un corvo nero sono attributi della divinità. A destra un gruppo di putti il cui significato non è ancora chiarito. In alto le nove Muse protettrici delle arti.
Fascia mediana: Cancro. Decani-costellazione: Cancro e Testa dell’Idra – Orsa maggiore – Poppa
Fascia inferiore:

Luglio – Autore non identificato
Fascia superiore: Trionfo di Giove, capo degli dei.
Fascia mediana: Leone. Decani-costellazione: Coda dell’Idra, Corvo-Cratere – Leone – Corpo Idra
Fascia inferiore:

Agosto
Fascia superiore: Trionfo di Cerere, protettrice dei lavori agricoli.
Fascia mediana: Vergine. Decani-costellazione: Vergine – Orsa minore e Drago – Chioma Berenice
Fascia inferiore:

Settembre – Ercole de’ Roberti
Fascia superiore: Trionfo di Vulcano, protettore delle arti meccaniche.
Fascia mediana: Bilancia. Decani-costellazione: Capo del serpente – Corona Boreale – Bootes
Fascia inferiore:

Parete occidentale – ottobre, novembre, dicembre
Ottobre
Fascia superiore:
Fascia mediana: Scorpione
Fascia inferiore:

Novembre
Fascia superiore: non leggibile
Fascia mediana: Sagittario, non leggibile
Fascia inferiore: non leggibile

Dicembre – Maestro di Vesta ?
Fascia superiore: Trionfo di Vesta, dea dell’operosità domestica e protettrice della famiglia e dello stato.
Fascia mediana: Capricorno, non leggibile
Fascia inferiore: non leggibile

 

La Sala degli Stucchi o Sala delle Virtù
La Stanza è coeva al Salone dei Mesi. Occupa anch’essa l’intera larghezza dell’edificio, con due finestre sul lato strada e due finistre sul lato giardino.
Il soffitto ligneo è caratterizzato dalla ricca presenza di rosoni, animali e motivi araldici estensi (l’Unicorno, il Paraduro) e dallo stemma estense. Le pareti erano caratterizzate da affreschi di cui oggi sopravvivono pochi lacerti. Nella parte alta delle due pareti lunghe, entro nicchie, sono rappresentate le figure delle Virtù: a occidente le Virtù teologali – Fede, Speranza e Carità – e a oriente le virtù cardinali – Prudenza, Fortezza e Temperanza. Intesa come Gabinetto di Borso, in essa manca la rappresentazione della Giustizia, la quarta Virtù cardinale, intesa come personificazione nella figura di Borso stesso.

 

Bibliografia (opere selezionate)
Bertozzi Marco, La tirannia degli astri. Gli affreschi astrologici di Palazzo Schifanoia, Livorno, Sillabe, 1999
Ceccarelli Francesco – Folin Marco, Delizie Estensi. Architetture di villa nel Rinascimento italiano ed europeo, Firenze, Leo S. Olschki, 2009
Chiappini Luciano, Gli Estensi. Mille anni di storia, Ferrara, Corbo, 2001
Folin Marco, Rinascimento estense. Politica, cultura, istituzioni di un antico Stato italiano, Roma-Bari, Laterza, 2001
Magoni Gianluigi, Le cose non dette sui Decani di Schifanoia. Una lettura astronomica, Ferrara, Corbo, 1997
Sassu Giovanni, Guida a Palazzo Schifanoia Ferrara, Ferrara, Musei Civici d’Arte Antica, 2010
Torboli Micaela, Il duca Borso d’Este e la politica delle immagini nella Ferrara del Quattrocento, Ferrara, Cartografica, 2007
Varese Ranieri, Il Palazzo di Schifanoia, Bologna, La Fotocromo Emiliana, 1992
Warburg Aby, Arte e astrologia nel Palazzo Schifanoia di Ferrara, Milano, Abscondita, 2006

 

Mappa della città di Ferrara
Clicca qui per andare alla pagina con la mappa della città.

 

Visite guidate al Palazzo Schifanoia, alla città di Ferrara, a Cento, Comacchio, Delta del Po e Pomposa
Contattami per sapere di più: Cell. 339 8743857  oppure compila il modulo

This site or third-party tools used by this make use of cookies necessary for the operation and useful for the purposes outlined in the cookie policy. If you want to learn more or opt out of all or some cookies, see the cookie policy or our Privacy Policy By closing this banner, scrolling this page, clicking on a link or continuing navigation in any other way, you consent to the use of cookies. Cookie Policy

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi