Guida turistica a Ferrara – Un itinerario – http://rete.comuni-italiano.it/blog/00683
22 maggio 2008

 

A Ferrara offerte culturali e musicali di elevato livello internazionale
di Massimo Di Bello (Blog Ferrara. Interviste Guide Turistiche)

Intervistiamo su Ferrara Elisabetta Concetta Gulino, guida e consulente turistica.

Perché hai scelto di diventare una Guida Turistica?
Ho scelto questa professione perché ho visto in essa la possibilità di approfondire continuamente i miei numerosi hobby ed interessi, per dare un senso creativo alla mia formazione universitaria, per l’autonomia lavorativa e per una certa varietà che essa offre.

Cosa ti piace di più del tuo lavoro?
Non saprei dire, essendo un lavoratore autonomo tutti gli aspetti sono una sfida: dalla preparazione culturale di base, agli approfondimenti tematici, al continuo aggiornamento professionale, alla ricerca di clienti nuovi e promozione della mia attività, alla promozione del Belpaese e sensibilizzazione al bello.

Come caratterizzi il tuo servizio di guida?
Nel momento in cui l’interessato mi contatta – di persona, per telefono, fax, e-mail – mi informo su alcuni aspetti fondamentali in modo da proporre un programma adeguato, pertanto: la provenienza, gli interessi, il numero di partecipanti e l’età, la lingua, il tempo a disposizione, particolari esigenze e aspettative. Naturalmente chiarisco subito anche gli aspetti economici e burocratici. Arrivato il cliente a Ferrara, lo accolgo in un punto da lui facilmente identificabile e comodo rispetto all’itinerario. Quando possibile, cerco di offrire del materiale informativo sulla città o su qualche evento d’interesse perché sono fermamente convinta che anche un piccolo supporto cartaceo funzioni da “promemoria” per ritornare o anche solo raccomandare ad un’altra persona la visita alla città. Avendo, laddove possibile, già qualche informazione sul pubblico, cerco sempre di creare dei punti di contatto fra la mia città e la realtà di provenienza del mio interlocutore.

Dai una tua personale descrizione di Ferrara, in un paio di paragrafi.
Ferrara è una città decisamente lenta, nel bene e nel male fatica a cambiare. Ogni novità viene recepita con una certa diffidenza e, volentieri, con la decisa impossibilità psicologica di poterla attuare. Questo comportamento ha di fatto però risparmiato la città da alcuni interventi che in altre realtà si sono rivelati devastanti. A Ferrara la cura per l’esistente, l’attaccamento alle tradizioni e consuetudini culinarie e di vita, il non volersi piegare alla logica delle esigenze ed aspettative del turismo, sta di fatto favorendo un turismo complessivamente garbato e gradevole, ora si direbbe “sostenibile”. Anche la presenza dell’Università non come cittadella a sé stante ma attraverso le sue facoltà con sede in palazzi ed ambienti storici dislocati su tutto il territorio del centro storico contribuisce in modo notevole a mantenere nella città una certa vivacità ed un continuo scambio fra realtà e progresso e fra le generazioni.
L’estesissima area pedonale e ciclabile circondata dalle rinascimentali mura difensiva della città patrimonio UNESCO, il programma culturale, sia musicale che teatrale e artistico, contribuiscono favorevolmente alla vivibilità della città.
Ferrara ha un’insolita offerta di palestre e centri – anche all’aperto – dove praticare numerosi sport. Certo, non posso negare il clima che talvolta – in inverno per la nebbia e in estate per l’afa – causa un po’ di disagio psicologico e fisico. Io non sono originaria di Ferrara, ma l’ho scelta proprio per le sue dimensioni, per la sua gradevolezza architettonico-urbanistica, per il grande senso di libertà e di indipendenza che da convinta ambientalista mi offre la possibilità e necessità di spostarmi in bicicletta.

Qual è il periodo migliore per visitare Ferrara? Perché?
Il periodo certamente più ricco di manifestazioni ed eventi in cui anche le condizioni climatiche sono più favorevoli e il paesaggio urbano più spettacolare – Ferrara è ricca di verde – è senz’altro maggio, ma anche il periodo settembre-ottobre è da consigliare.

Quale itinerario suggerisci per chi ha solo poche ore a disposizione?
Se ho poche ore, solitamente desidero farmi un’idea della città. Nel caso specifico di Ferrara ed una mezza giornata a disposizione, farei un percorso a piedi, ipotizzando il cortile del Castello Estense come punto di partenza:
l’interno di Palazzo ex Borsa, il monumentale corso Ercole I d’Este passando davanti a Palazzo dei Diamanti e sù fino alla Certosa – l’attuale cimitero monumentale di Ferrara – con la neorestaurata chiesa rossettiana di S. Cristoforo. Dopo un breve percorso attraverso il Gran Claustro, scenderei per via Borso fino a piazza Ariostea – dove si corre il più antico palio del mondo – tornerei verso Palazzo dei Diamanti passando davanti all’Orto botanico universitario e il parco Massari – ricordato per “il giardino dei Finzi Contini”, e raggiungerei la chiesa del Gesù dove ammirare lo straordinario Compianto su Gesù Morto di Guido Mazzoni. Un’occhiata anche al cortile di Palazzo Naselli Crispi, un’interessante lettura del razionalismo ferrarese espressa nel complesso architettonico-urbanistico del conservatorio musicale “Frescobaldi”, del Museo di Storia Naturale e della scuola elementare “Alda Costa”, poi una sosta davanti alla cella del poeta Torquato Tasso. Attraversando il neo-resataurato quattrocentesco chiostro dell’ex-ospedale S. Anna non mi perderei il “battibecco” architettonico fra la chiesa di S. Carlo e l’opposta Rotonda Foschini. A questo punto mi ritroverei di fronte al Castello e proseguirei per ammirare la statua di Savonarola nell’omonima piazza, gli esterni del Palazzo Ducale – oggi Municipio di Ferrara – il Palazzo Arcivescovile, la ricchissima facciata romanico-gotico della Cattedrale e l’interno della stessa. Infine mi concederei una passeggiata prima per l’asse viario Voltapaletto-Savonarola che tocca la vistosa facciata dello storico Palazzo Bevilacqua-Costabili oggi sede della Facoltà di Economia, la Casa Romei, la casa natale di Savonarola e quella, posta oramai già in via Cisterna del Follo dell’infanzia di Giogio Bassani, per poi concludere le mie tre ore di sopralluogo attraverso il ghetto ebraico e i vicoli medioevali della città con la suggestiva via delle Volte e rendermi conto che devo assolutamente tornare e trattenermi qualche giorno nella città estense per un immancabile giro in bicicletta sulle Mura, un meditativa passeggiata per il cimitero ebraico fino alla tomba di Giorgio Bassani e per visitare i davvero tanti imperdibili musei d’arte e di scienze, pubblici e privati.

Cosa incuriosisce di più i turisti?
Certamente la qualità della vita: una città a misura d’uomo, molto silenziosa, e l’elevato numero di biciclette che attraversa e percorre la città in modo non sempre ortodosso ma certamente molto veloce e fluido.

Quali tipologie di turisti visitano la città?
A Ferrara si capita raramente per errore, anche perché la città si trova in una posizione un po’ defilata rispetto ad altre italiane; all’estero è ancora poco conosciuta. A Ferrara si decide di venire oppure si viene perché un viaggio o qualcuno suggerisce una quanto meno breve sosta. E’ meta sempre più apprezzata dalle scuole per la sua facile accessibilità e la sua ricchezza patrimoniale. Chi viene a Ferrara ha mediamente un livello culturale medio alto o molto alto, è attratto dalle offerte culturali e musicali di elevato livello internazionale proposte innanzitutto nella sede espositiva di Palazzo dei Diamanti e nel Teatro Comunale della città. E’ comunque un pubblico che visitata la città anche solo di sfuggita – magari perché presente per motivi professionali – si ripromette di approfondirla in un secondo momento e la lascia con il desiderio di ritornarvi presto programmando anche almeno un pernottamento.

Racconta un aneddoto, un episodio curioso, capitato durante un giro a Ferrara.
Certamente molti i casi. Uno certamente molto commovente: un gruppo di trentini che a tutti i costi, di domenica, voleva visitare il convento di clausura del Corpus Domini, dove si trovano le tombe estensi e quella di Lucrezia Borgia. Avvicinatici alla porta di accesso, al citofono rispose una monaca, che riconobbe dalla voce, a distanza di oltre 30 anni, dei suoi cari cugini. Fu una visita alquanto speciale ad alcuni ambienti del convento raramente accessibili al pubblico e prima ancora un’esperienza di vita fuori dal tempo.

 

Visite guidate a Ferrara, Cento, Comacchio, Delta del Po, Pomposa
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